MONTEPRANDONE – Ha indossato la maglia della Nazionale bosniaca, dall’Under 14 all’U18. È scappato dalla guerra. E più tardi ha scelto l’Italia, dove nel ’98, a Prato, ha vinto uno scudetto e una Coppa Italia. Lontano dalla Toscana ha centrato tre promozioni: una in serie A1 con Ascoli, quindi il doppio salto dalla B alla A1 con Teramo. Pareva volesse fare l’allenatore, ma ci ha ripensato. E qualche mese fa lo hanno convinto a scendere di nuovo in campo. Aveva smesso nel 2003, quando è nato il figlio Nermin (nel 2005 è arrivata anche Sara).
Damir Makarevic, 41 anni, è tornato e ha scelto Monteprandone (serie A2, girone D). Il motivo ce lo spiega il terzino bosniaco, operaio in una ditta specializzata in macchine sportive a Castel di Lama, perché di sola pallamano non si vive. «Allenavo le giovanili dell’Ascoli, e dall’amicizia col portiere Mucci, che ora è mio compagno di squadra, è scaturita questa opportunità». Makarevic, nel nostro Paese da 15 anni, abita a Sant’Egidio alla Vibrata. E dall’aprile dell’anno scorso è cittadino italiano a tutti gli effetti. «La pallamano è stata per una vita un lavoro. Adesso è un divertimento. Il livello è sceso parecchio. Del resto se posso giocarci io nonostante l’età…». Ma Damir non è uno qualunque. A Prato ha vissuto il meglio. «Uno scudetto, e fu il primo per quella società. Non solo: riuscimmo a portare a casa pure la Coppa Italia. Insomma, davvero il massimo». Poi altre categorie, ma lo stesso vittorie. Adesso la A2.
«La società mi fa stare sereno. Non sento le pressioni, gioco e me la godo». Coi celesti alla ricerca di un’altra salvezza. «Siamo a buon punto. E io spero di dare il mio contributo fino alla fine». È il miglior marcatore della squadra, con 76 gol. Sabato Monteprandone in trasferta ad Altamura (ore 19, arbitrano Potenza e Pinto).